Promenade in abito storico tra i fiori degli stand di Giardini e Terrazzi 2024
Promenade in abito storico tra i fiori degli stand di Giardini e Terrazzi 2024
Storia cittadina del periodo napoleonico con racconto storico di Ilaria Chia e scene rievocative di 8cento APS
Stage Estivo Internazionale, con danze Regency, danze Risorgimentali, danze Vittoriane di fine secolo, spettacolo Regency e spettacolo Risorgimentale
Finesettimana dedicato alla danza, e al piacere di stare assieme, con momenti di vita comunitaria e di convivialità.
Leopardi viene a Bologna nel luglio del 1825 dopo aver rifiutato la prelatura a Roma, come avrebbe preferito suo padre Monaldo. Alloggia a casa Badini presso i signori Aliprandi, con ingresso del Teatro del Corso, tanto da affermare in seguito (lettera 1825) di non aver bisogno di recarvisi perché sentiva le recite dalle sue stanze.
La decisione di fermarsi in questa città già famosa per la sua cultura eccellente, per il prestigio in campo musicale e per le tante nobili famiglie, è presa principalmente in funzione della forte speranza di vedere pubblicati i suoi scritti accuratamente scelti da lui stesso e non sotto il condizionamento dei genitori. La sua massima aspirazione è fare riconoscere le sue doti letterarie in ambienti culturali sia a Bologna, sia a Milano e Roma e dimostrare al padre il suo valore al di fuori delle strette mura domestiche.
Al giorno d’oggi può stupire che un turista visitando la città di Bologna inserisca fra le mete il camposanto, e ancor più che un personaggio come Charles Dickens, nelle pagine delle Pictures from Italy, vi dedicasse buona parte della sua descrizione. Ma il celebre scrittore inglese non è l’unico a parlarne: basti ricordare, nella prima metà dell’Ottocento, Stendhal (1818), Louis Simond (1818), Lord Byron (1819), Jules Janin (1838). Una visita al cimitero era abbastanza comune in pieno clima romantico, proprio come scrive François-René Chateaubriand nel suo Memorie d’Oltretomba (1848), ricordando che a Bologna: Ho visitato un bel cimitero: non dimentico mai i morti; sono la nostra famiglia.