
Nel periodo seguente l’unificazione, Bologna aveva conosciuto un notevole rinnovamento culturale, politico, economico e sociale, grazie soprattutto ad una nuova classe dirigente. Espressione di questa Bologna in fase di crescita fu l’Esposizione del 1888, sostenuta da buona parte della dirigenza cittadina per ragioni di ordine economico e politico.
A S. Michele in Bosco invece furono predisposte l’Esposizione di Belle Arti ed il cosiddetto
Tempio del Risorgimento, luogo atto ad illustrare ai giovani i fatti di un vicino passato, inteso come essenziale punto di riferimento per poter costruire un Paese nuovo. Il principale artefice di questo Padiglione risorgimentale fu Raffaele Belluzzi.
Dopo la chiusura del Tempio del Risorgimento, fu ancora una volta Belluzzi, appoggiato dalla Commissione ordinatrice, a proporre al Comitato esecutivo dell’Esposizione la realizzazione di una mostra permanente.