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Mirtide Gavelli, in studio con Adriano Rubbi, risponde alle domande degli spettatori sulla storia dell'Ottocento.
Una nuova puntata in uscita il 7 e il 21 di ogni mese.
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Evento dedicato a Jane Austen, nel suo 250° anniversario di nascita, con musiche e danze regency
Spettacolo al Castello di Mesola con Danze dell'Ottocento
Alla prima prova delle armi, l’Armée era stata inaspettatamente battuta a Puebla dai messicani al comando del Gen. Zaragoza: sconvolto dalla notizia della ignominiosa sconfitta, Napoleone III aveva immediatamente provveduto a rafforzare il contingente francese, e tra le nuove truppe sbarcate a Vera Cruz vi era anche un Reggimento di Marcia della Legione, ovvero una unità mista, costituita da battaglioni provenienti da differenti Reggimenti della Legione.
Sull’italianità di Napoleone tanto si è scritto.
Nella prefazione del libro Note autobiografiche del Gen. Teodoro Lechi, edite da un discendente dell’ufficiale napoleonico negli anni ’30 del secolo scorso, si legge: Napoleone, al quale noi siamo grati per aver acceso la prima fiaccola dell’unità della patria e per aver chiamato alle armi gli Italiani, che egli stesso definì tra i migliori soldati d’Europa. La frase è di Mussolini, il quale, pur di esaltare i trascorsi dell’esercito patrio ad evidenti fini propagandistici, in virtù delle sue origini era disposto a concedere gran rilievo all’imperatore degli odiati transalpini, ai quali di lì a poco avrebbe sciaguratamente dichiarato guerra!