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Da Jourdelò

Brigida Fava Ghisilieri 1 (Miniatura 417x346 px)La Casa Tanari in via Galliera, frequentata da Pietro Giordani, da Paolo Costa, da Giovanni Marchetti, da Carlo Pepoli e da altri illustri letterati ed artisti italiani e stranieri, fu uno dei più importanti centri della vita culturale cittadina, esempio di quella ospitalità, di quella cordialità tipicamente bolognese che fece molta impressione anche al Leopardi, tanto da indurlo a definire Bologna quietissima, allegrissima, ospitalissima.
Autore: Elena Musiani
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Cesenatico. Prima in Italia ad aver eretto un monumento a Garibaldi nel lontano 1884 e che rievoca solennemente il suo passaggio con una grandiosa festa che si tiene il 2 agosto. La cittadina della riviera romagnola più o meno la conoscono tutti, almeno per sentito dire.
Autore: Augusto Battaglini
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Canto muto

Mi posi al cembalo, coi versi di Goffredo sul leggio, e strimpellavo, assassinavo colle dita convulse quel povero strumento, (…) mettendo giù frasi melodiche, l’un sull’altra, ma lungi le mille miglia dall’idea che potessero adattarsi a quelle parole. Mi alzai scontento di me; mi trattenni ancora un po' in casa Valerio, ma sempre con quei versi davanti agli occhi della mente. Vidi che non c’era rimedio, presi congedo e corsi a casa. Là, senza neppure levarmi il cappello, mi buttai al pianoforte. Mi tornò alla memoria il motivo strimpellato in casa Valerio: lo scrissi su d’un foglio di carta, il primo che mi venne alle mani; nella mia agitazione rovesciai la lucerna sul cembalo e, per conseguenza, anche sul povero foglio; fu questo l’originale dell’inno “Fratelli d’Italia”.

Autore: Loretta Pavan
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Quando Giuseppe Rossini, ormai anziano, ammirava commosso i grandi trionfi di suo figlio Gioachino, non poteva certo non ripensare ai tanti sacrifici che avevano consentito a quel suo unico, amatissimo figliolo, di divenire il musicista più noto ed apprezzato della sua epoca. Giuseppe, conosciuto da tutti come Vivazza per la sua esuberanza ed espansività, era nato a Lugo nel 1764 e di mestiere faceva il trombettista, come suo padre Gioacchino Sante. Assunto nella sua città come Trombetta Comunale, l’equivalente più o meno di un banditore comunale, si era quindi trasferito a Ferrara, per suonare il corno da caccia nella banda del locale presidio militare.

Autore: Andrea Olmo
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